Tumore al fegato

Ricordi sempre che:
Ogni giorno ci saranno un medico o un infermiere che risponderanno alle sue domande e a cui potrà descrivere i suoi disturbi. Non si senta in imbarazzo e non pensi che sia un problema per noi rispondere ai suoi dubbi. Anzi, le chiediamo di informarci di ogni cambiamento e/o sintomo che lei avverte, in modo che possiamo dargliene spiegazione e indicarle quali accorgimenti e/o terapie adottare.

Il fegato è uno dei più grandi organi del corpo umano ed è uno dei più complessi. Svolge molteplici funzioni vitali: metabolizzazione di nutrienti e farmaci, rimozione delle sostanze tossiche, sintesi delle proteine del plasma e immagazzinamento del glicogeno. E’ diviso in due lobi, destro e sinistro, ed è irrorato da due grandi vasi vena porta e arteria epatica.
Il tumore è dovuto alla moltiplicazione incontrollata di cellule, all’interno del fegato, che si trasformano in maligne.
Le neoplasie del fegato si dividono in primitive e secondarie. In Italia rappresenta il 3% di tutte le diagnosi tumorali.
Tumore primitivo: origina direttamente dal fegato.
Tumore secondario o metastatico: deriva da tumori che nascono in altri organi (ad esempio colon, polmone, mammella) e interessano successivamente il fegato.
Esistono 5 principali categorie di tumore del fegato, ciascuna della quali richiede un approccio ed una cura differenti.
    - Carcinoma epatocellulare: è il più comune tumore primitivo del fegato, che origina direttamente dalle cellule del fegato (epatociti). - Colangiocarcinoma: origina dalle cellule dei dotti biliari (colangiociti) all’interno del fegato (colangiocarcinoma periferico) o all’esterno del fegato (colangiocarcinoma extraepatico). - Carcinoma della colecisti: origina dalla colecisti (o cistifellea) ed ha un comportamento simile al colangiocarcinoma extraepatico. - Metastasi epatiche: rappresentano i più comuni tumori del fegato, spesso interessato dalla proliferazione di cellule provenienti da altri organi (malattia secondaria). - Tumori benigni (angioma, iperplasia nodulare focale ed adenoma epatocellulare): rari, in genere non richiedono alcun trattamento medico o chirurgico.

  • - Età e genere: il rischio di insorgenza dopo i 50 anni ed è più alto negli uomini.
  • - Cirrosi: è il fattore di rischio principale, infatti più del 90% degli epatocarcinomi nasce in fegati che presentano questa malattia.
  • - Infezioni croniche da virus dell’epatite B o C.
  • - Malattie ereditarie del fegato come l’emocromatosi.
  • - Diabete.
  • - Fegato steatosico (fegato grasso), cioè l’accumulo di grasso nelle cellule epatiche.
  • - Abuso di alcol: l’alcol può essere cancerogeno di per sé, ed inoltre il consumo eccessivo porta alla cirrosi, il più importante dei fattori di rischio.
  • - Obesità: favorisce lo sviluppo di steatosi, con successiva evoluzione verso steatofibrosi e steatoepatite.
  • - Fumo.

Visita Medica
Il medico specialistica raccoglie dati e informazioni sulla storia medica del paziente (anamnesi) e lo visita per individuare anomalie che richiedano ulteriori accertamenti diagnostici.
  • - Ecografia addominale.
  • - Tomografia computerizzata.
  • - Risonanza Magnetica.
  • - Colangiopancreatografia retrograda endoscopica (ERCP) ed ecoendoscopia.
  • - Colangiografia percutanea trans epatica (PTC).
  • - Biopsia epatica.

Chirurgia
Quando il tumore è allo stadio iniziale e non si è diffuso al di fuori del fegato i pazienti possono essere sottoposti a intervento chirurgico (resezione di uno o più parti dell’organo o trapianto).
Chemioterapia sistemica
Include trattamenti sia per ridurre che per controllare la malattia al fegato prima di un intervento chirurgico sia per limitare le recidive dopo l’intervento.
Attraverso l’utilizzo dei nuovi farmaci biologici è anche possibile personalizzare la terapia per ottimizzarne i risultati.
Inoltre, attraverso la Terapia Intrarteriosa Epatica mediante la chemioembolizzazione e l’embolizzazione arteriosa e le Terapie ablative percutanee tra cui la radiofrequenza è possibile asportare selettivamente la porzione epatica affetta dalla patologia.
Radioterapia
La radioterapia e radiochirurgia permettono di irradiare la parte malata del fegato con sofisticati acceleratori lineari che distruggono il tumore preservando però i tessuti sani circostanti. Viene effettuata in pazienti selezionati.

Il medico radioterapista le ha spiegato qual è la sua malattia e perché è utile che lei si sottoponga ad un ciclo di radioterapia, cioè ad una serie di sedute di radioterapia.
Per preparare il ciclo di radioterapia le è stato dato un appuntamento per una TC di centratura.
- La TC di centratura viene fatta nella regione del corpo che deve essere trattata con le radiazioni e serve per preparare il piano di cura personalizzato. In alcuni casi è usato un liquido di contrasto che viene iniettato in una vena. Quando viene usato il liquido di contrasto, è necessario rimanere a digiuno prima della TC di centratura.
La TC di centratura non è un esame diagnostico, quindi non le sarà consegnato alcun referto. Sul lettino della TC lei sarà posizionata nello stesso modo in cui sarà posizionata durante le sedute di trattamento. È importante che la posizione sia sempre uguale ogni volta, perché la terapia sarà più precisa. Un apposito sistema personalizzato la aiuterà a mantenere sempre la stessa posizione. La sua collaborazione è comunque molto importante, per cui dovrà rimanere ferma e il più rilassata possibile fino a quando non le verrà detto che può muoversi.
- Al termine della TC di centratura le verranno fatti sulla pelle dei piccoli tatuaggi a forma di punto, nella zona che dovrà essere trattata. Questi tatuaggi sono permanenti e rappresenteranno importanti punti di riferimento per i tecnici che la sottoporranno al trattamento.
- Dopo la TC di centratura lei potrà andare a casa. La chiameremo telefonicamente per comunicarle quando inizierà il suo ciclo di radioterapia.
- Nel frattempo il medico radioterapista e il fisico medico prepareranno il piano di cura migliore per lei.
Attenzione: se lei è portatrice di pacemaker o defibrillatore, e se non l’ha ancora fatto, è importante che informi il medico radioterapista. In alcuni casi, infatti, è necessario programmare controlli cardiologici da fare prima e durante la terapia.

Non è possibile dare una risposta uguale per tutti i pazienti. L’inizio del trattamento dipende dal tipo di malattia, dal suo programma terapeutico (ad esempio se è stata operata o se deve fare della chemioterapia prima della radioterapia) e dal tipo di radioterapia di cui avrà bisogno. Il medico radioterapista si assicurerà comunque che il tempo di attesa non sia tale da compromettere la buona riuscita della sua terapia.

Un ciclo di radioterapia è costituito da una serie di sedute giornaliere consecutive (dal lunedì al venerdì, festività escluse). Alcune volte la terapia può essere breve e completarsi in pochi giorni. La scelta del numero delle sedute è fatta dal medico radioterapista in base al tipo di malattia e allo scopo del trattamento.
La radioterapia è generalmente un trattamento ambulatoriale. Il primo giorno di terapia le sarà consegnato un promemoria dettagliato con le date e gli orari della terapia.
Sul promemoria troverà indicato il numero di telefono a cui lei ci potrà contattare per chiedere informazioni o per comunicare eventuali imprevisti.
Quando verrà per fare la terapia, lei dovrà attendere nella sala d’aspetto che le indicheremo alla prima seduta.

Ogni seduta dura pochi minuti. Complessivamente, però, lei potrebbe rimanere sul lettino di trattamento fino a 20-30 minuti, a causa dei controlli che si fanno per garantire la precisione del trattamento.

Il tecnico di radioterapia la chiamerà per nome e la inviterà ad accomodarsi nello spogliatoio che si trova all’interno della sala di trattamento (bunker).
Il tecnico la accompagnerà nel bunker e la aiuterà a sistemarsi sul lettino nella posizione stabilita. Dopo aver fatto i controlli necessari, il tecnico darà inizio al trattamento.
Durante la terapia lei sarà solo dentro alla sala ma il tecnico potrà vederla grazie alle telecamere, potrà sentire se lei chiamerà e le potrà parlare. In ogni caso lei non deve assolutamente muoversi fino a che non le sarà consentito di farlo.
Alla fine della seduta il tecnico la farà scendere dal lettino. A questo punto potrà tornare nello spogliatoio, rimettere i suoi vestiti e andare a casa.

No, lei non sentirà dolore durante la seduta di radioterapia. Sarà come fare una radiografia.

No, le radiazioni che utilizziamo non la renderanno radioattiva. Lei potrà stare a contatto con chiunque, anche donne incinte e bambini.

Gli effetti collaterali dipendono dall’effetto delle radiazioni sui tessuti sani vicini al tumore. A seconda della sua sensibilità al trattamento e della eventuale associazione con altre terapie, gli effetti collaterali possono essere più o meno forti. In alcuni casi gli effetti collaterali possono essere leggeri o possono essere del tutto assenti e non c’è bisogno di modificare le abitudini quotidiane.

Ogni giorno ci saranno un medico o un infermiere che risponderanno alle sue domande e a cui potrà descrivere i suoi disturbi. Non si senta in imbarazzo e non pensi che sia un problema per noi rispondere ai suoi dubbi. Anzi, le chiediamo di informarci di ogni cambiamento e/o sintomo che lei avverte, in modo che possiamo dargliene spiegazione e indicarle quali accorgimenti e/o terapie adottare.

Riguardo alla sua vita quotidiana e lavorativa non ci sono particolari regole da rispettare. Se non sente particolari fastidi lei può regolarsi come preferisce. In ogni caso può chiedere consiglio al medico radioterapista o agli infermieri.
Di seguito le riportiamo qualche suggerimento di carattere generale per affrontare al meglio il ciclo di radioterapia.

E’ consigliabile seguire una alimentazione leggera.

Alla fine del ciclo di radioterapia il medico radioterapista la visiterà per valutare quali sono stati gli effetti del trattamento. Quindi le consegnerà una relazione (lettera di dimissione) indirizzata al suo Medico Curante e al suo Oncologo di riferimento. Nella lettera di dimissione è riassunto tutto il suo percorso di radioterapia. Solo nel caso in cui sia necessario che lei prenda dei farmaci, il medico radioterapista scriverà nella lettera di dimissione quali sono questi farmaci, quanti ne dovrà prendere, quando e per quanto tempo li dovrà prendere.
Dopo che il ciclo di radioterapia si sarà concluso, è importante che lei si sottoponga per alcuni anni a periodiche visite di controllo (follow-up) che saranno effettuate in Radioterapia dal insieme al medico radioterapista. La data della prima di queste visite sarà scritta sulla lettera di dimissione. Ad ogni visita le sarà fissato l’appuntamento per quella successiva ed eventualmente le sarà indicato quali esami dovrà fare.