Tumore al retto

Ricordi sempre che:
Ogni giorno ci saranno un medico o un infermiere che risponderanno alle sue domande e a cui potrà descrivere i suoi disturbi. Non si senta in imbarazzo e non pensi che sia un problema per noi rispondere ai suoi dubbi. Anzi, le chiediamo di informarci di ogni cambiamento e/o sintomo che lei avverte, in modo che possiamo dargliene spiegazione e indicarle quali accorgimenti e/o terapie adottare.

Il cancro del colon-retto è il terzo tumore in ordine di frequenza nell’uomo e il secondo nella donna. Questa neoplasia insorge nel grosso intestino (il colon e il retto), a partire dalla proliferazione incontrollata delle cellule della mucosa (il rivestimento interno della parete intestinale). Nella maggior parte dei casi si sviluppa a partire da polipi adenomatosi, proliferazioni cellulari benigne visibili mediante la colonscopia, che possono evolvere in senso maligno in circa 10-15 anni. Per lungo tempo infatti rimane asintomatico ma, grazie ai programmi di screening, è possibile una diagnosi precoce così da poterlo prevenire e curare.

I principali fattori di rischio di questa patologia sono:
  • - Età: circa il 90% dei pazienti ha più di 50 anni.
  • - Storia familiare: il rischio aumenta se un cancro colorettale o polipi adenomatosi sono stati diagnosticati a parenti (in particolare genitori e fratelli).
  • - Storia medica personale: il rischio aumenta se il soggetto è affetto da una malattia infiammatoria cronica dell’intestino (colite ulcerosa o malattia di Crohn) o se ha già rimosso in passato un cancro o un polipo.
  • - Sovrappeso e scarsa attività fisica.
  • - Dieta: elevato introito di carne rossa, insaccati, farine e zuccheri raffinati e grassi, soprattutto se di origine animale. Una dieta ricca in frutta e verdure, carboidrati non raffinati e vitamina D contribuisce a ridurre il rischio di sviluppare una neoplasia colorettale.
  • - Fumo e alcol.

La principale prevenzione si basa sulla correzione dei fattori di rischio eliminabili (dieta, mancanza di attività fisica, fumo, alcol). Con l’identificazione e la rimozione degli adenomi prima della trasformazione in carcinoma e la diagnosi di carcinomi in stadio iniziale, si può ottenere una significativa riduzione della mortalità. In questo modo è possibile ridurne l’incidenza e, grazie al riscontro di carcinomi in stadi precoci, migliorare le chance di guarigione completa dopo adeguata terapia.
Su base individuale, il soggetto di età superiore a 50 anni può decidere di sottoporsi direttamente a una colonscopia di screening, che ha una maggiore sensibilità nel diagnosticare le lesioni precancerose e, contestualmente, ha la possibilità di trattare tali lesioni.
Particolare attenzione allo screening per il cancro colorettale dovrebbe essere osservata da soggetti che hanno familiarità (parenti di primo grado) per questo tipo di tumore. Le linee-guida internazionali vigenti raccomandano che queste persone anticipino a 40 anni l’esecuzione della prima colonscopia. Purtroppo questa raccomandazione è spesso trascurata.

La diagnosi del tumore colorettale è affidata all’endoscopia che, a seguito delle biopsie, ottiene conferma dall’esame istopatologico. Al di là dei programmi di screening sopra descritti, dovrebbe considerare di sottoporsi a una colonscopia – previa consultazione con il proprio medico – chiunque manifesti uno dei seguenti sintomi:
  • - Perdita di sangue dal retto o sangue sulla carta igienica dopo evacuazione.
  • - Diarrea protratta nel tempo o stipsi progressivamente ingravescente.
  • - Modifiche nella consistenza e nella forma delle feci, tenesmo (stimolo inappropriato all’evacuazione).
  • - Dolore addominale.
  • - Riscontro di anemia ferropriva in corso di esami ematici di routine.

  • - Colonscopia.
  • - Colonscopia virtuale.
  • - Risonanza magnetica.
  • - Ecoendoscopia.
Fondamentale è infatti stabilire il rapporto del tumore con il mesoretto.

  • - La chirurgia rappresenta il primo step terapeutico nella maggior parte dei casi di cancro colo-rettale.
  • - La chemioterapia/immunoterapia ha un ruolo fondamentale nel prevenire le recidive post-chirurgiche, nel trattamento della malattia avanzata metastatica e, in casi selezionati, a ridurre le dimensioni della neoplasia in associazione con la radioterapia prima dell’intervento chirurgico.
  • - La radioterapia trova ruolo nel trattamento preoperatorio del cancro del retto o, in casi selezionati, può essere usata anche a scopo palliativo.
La radioterapia è il primo trattamento da eseguire nei tumori del retto localmente avanzati, generalmente in associazione alla chemioterapia. Lo scopo della terapia, cosiddetta neoadiuvante, è quello di ridurre le dimensioni della neoplasia ed il numero dei linfonodi interessati, così da permettere un intervento chirurgico volto a conservare il più possibile la continenza oltre a ridurre il rischio di recidiva locale dopo chirurgia.

Il medico radioterapista le ha spiegato qual è la sua malattia e perché è utile che lei si sottoponga ad un ciclo di radioterapia, cioè ad una serie di sedute di radioterapia.
Per preparare il ciclo di radioterapia le è stato dato un appuntamento per una TC di centratura.
- La TC di centratura viene fatta nella regione del corpo che deve essere trattata con le radiazioni e serve per preparare il piano di cura personalizzato. In alcuni casi è usato un liquido di contrasto che viene iniettato in una vena. Quando viene usato il liquido di contrasto, è necessario rimanere a digiuno prima della TC di centratura.
La TC di centratura non è un esame diagnostico, quindi non le sarà consegnato alcun referto. Sul lettino della TC lei sarà posizionata nello stesso modo in cui sarà posizionata durante le sedute di trattamento. È importante che la posizione sia sempre uguale ogni volta, perché la terapia sarà più precisa. Un apposito sistema personalizzato la aiuterà a mantenere sempre la stessa posizione. La sua collaborazione è comunque molto importante, per cui dovrà rimanere ferma e il più rilassata possibile fino a quando non le verrà detto che può muoversi.
- Al termine della TC di centratura le verranno fatti sulla pelle dei piccoli tatuaggi a forma di punto, nella zona che dovrà essere trattata. Questi tatuaggi sono permanenti e rappresenteranno importanti punti di riferimento per i tecnici che la sottoporranno al trattamento.
- Dopo la TC di centratura lei potrà andare a casa. La chiameremo telefonicamente per comunicarle quando inizierà il suo ciclo di radioterapia.
- Nel frattempo il medico radioterapista e il fisico medico prepareranno il piano di cura migliore per lei.
Attenzione: se lei è portatrice di pacemaker o defibrillatore, e se non l’ha ancora fatto, è importante che informi il medico radioterapista. In alcuni casi, infatti, è necessario programmare controlli cardiologici da fare prima e durante la terapia.

E’ importante avere l’ultima parte dell’intestino (retto) libero da feci. Avere la vescica piena.

Non è possibile dare una risposta uguale per tutte le pazienti. L’inizio del trattamento dipende dal tipo di malattia, dal suo programma terapeutico (ad esempio se è stata operata o se deve fare della chemioterapia prima della radioterapia) e dal tipo di radioterapia di cui avrà bisogno. Il medico radioterapista si assicurerà comunque che il tempo di attesa non sia tale da compromettere la buona riuscita della sua terapia.

Un ciclo di radioterapia è costituito da una serie di sedute giornaliere consecutive (dal lunedì al venerdì, festività escluse). In genere si eseguono dalle 23 alle 30 sedute, quindi la durata complessiva di un ciclo di radioterapia varia dalle 4 settimane e mezzo alle 6 settimane.
Alcune volte la terapia può essere molto più breve e completarsi in pochi giorni. La scelta del numero delle sedute è fatta dal medico radioterapista in base al tipo di malattia e allo scopo del trattamento.
La radioterapia è generalmente un trattamento ambulatoriale. Il primo giorno di terapia le sarà consegnato un promemoria dettagliato con le date e gli orari della terapia.
Sul promemoria troverà indicato il numero di telefono a cui lei ci potrà contattare per chiedere informazioni o per comunicare eventuali imprevisti.
Quando verrà per fare la terapia, lei dovrà attendere nella sala d’aspetto che le indicheremo alla prima seduta.

Ogni seduta dura pochi minuti. Complessivamente, però, lei potrebbe rimanere sul lettino di trattamento fino a 20-30 minuti, a causa dei controlli che si fanno per garantire la precisione del trattamento.

Il tecnico di radioterapia la chiamerà per nome e la inviterà ad accomodarsi nello spogliatoio che si trova all’interno della sala di trattamento (bunker).
Il tecnico la accompagnerà nel bunker e la aiuterà a sistemarsi sul lettino nella posizione stabilita. Dopo aver fatto i controlli necessari, il tecnico darà inizio al trattamento.
Durante la terapia lei sarà sola dentro alla sala ma il tecnico potrà vederla grazie alle telecamere, potrà sentire se lei chiamerà e le potrà parlare. In ogni caso lei non deve assolutamente muoversi fino a che non le sarà consentito di farlo.
Alla fine della seduta il tecnico la farà scendere dal lettino. A questo punto potrà tornare nello spogliatoio, rimettere i suoi vestiti e andare a casa.

No, lei non sentirà dolore durante la seduta di radioterapia. Sarà come fare una radiografia.

No, le radiazioni che utilizziamo non la renderanno radioattiva. Lei potrà stare a contatto con chiunque, anche donne incinte e bambini.

Gli effetti collaterali dipendono dall’effetto delle radiazioni sui tessuti sani vicini al tumore. A seconda della sua sensibilità al trattamento e della eventuale associazione con altre terapie, gli effetti collaterali possono essere più o meno forti. In alcuni casi gli effetti collaterali possono essere leggeri o possono essere del tutto assenti e non c’è bisogno di modificare le abitudini quotidiane.
Gli effetti collaterali da radioterapia includono sintomi che compaiono durante e/o subito dopo la fine del ciclo di radioterapia (effetti acuti) e sintomi che si sviluppano diversi mesi o anni dopo (effetti tardivi).
Gli effetti acuti comprendono: stanchezza, diarrea, crampi all’intestino, sensazione di gonfiore addominale, nausea, bisogno di urinare più spesso, fastidio e bruciore nell’urinare e diminuzione del numero di cellule nel sangue.
Nel trattamento dei tumori della vulva la pelle può arrossarsi e presentare lesioni simili ad una scottatura.
I possibili effetti tardivi sono: cambiamenti nelle abitudini del suo intestino e/o della sua vescica (ad es. andare in bagno più spesso), restringimento del canale vaginale, disagio durante il rapporto sessuale a causa della secchezza e della minore elasticità della vagina. Anche se, a causa degli effetti collaterali, può diminuire l’interesse sessuale o il piacere, la maggior parte delle donne è in grado di riprendere una normale vita sessuale. Nelle donne in età fertile la radioterapia sulla zona pelvica può influire sulla capacità di avere figli. Molto raramente la radioterapia può causare, a distanza di anni, l’insorgenza di un nuovo tumore.

Riguardo alla sua vita quotidiana e lavorativa non ci sono particolari regole da rispettare. Se non sente particolari fastidi lei può regolarsi come preferisce. In ogni caso può chiedere consiglio al medico radioterapista o agli infermieri.
Di seguito le riportiamo qualche suggerimento di carattere generale per affrontare al meglio il ciclo di radioterapia.

Mantenga la pelle pulita con acqua tiepida e sapone neutro. Osservi un adeguato riposo e si limiti ad un’attività fisica leggera. NON prenda il sole sulla pelle della zona trattata. NON metta creme o lozioni senza prima averne parlato con il medico radioterapista o con gli infermieri. NON faccia impacchi caldi sulla zona trattata.

Le ricordiamo che per ogni seduta di radioterapia è importante:
  • - Avere l’ultima parte dell’intestino (retto) libero da feci.
  • - Avere la vescica piena.
Per questo motivo qui sotto trova alcune regole che è bene osservare per poter essere nelle condizioni migliori prima della seduta.
Per avere l’ultima parte dell’intestino (retto) libero da feci:
  • - Segua un’alimentazione corretta, perché questo la aiuterà ad avere un intestino regolare. Per avere informazioni più personalizzate faccia riferimento al medico radioterapista e agli infermieri.
  • - Beva almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno.
  • - Cerchi di abituare l’intestino ad una certa regolarità. Ad esempio: vada in bagno subito dopo i pasti.
  • - Se necessario, usi supposte o clisteri di glicerina.
  • - NON prenda lassativi prima di averne parlato col medico radioterapista.
Per avere la vescica piena:
  • - Circa 1 ora prima della TC di centratura, urini per svuotare la vescica, poi beva mezzo litro di acqua.
  • - NON urini appena prima della seduta di radioterapia.

Alla fine del ciclo di radioterapia il medico radioterapista la visiterà per valutare quali sono stati gli effetti del trattamento. Quindi le consegnerà una relazione (lettera di dimissione) indirizzata al suo Medico Curante e al suo Oncologo di riferimento. Nella lettera di dimissione è riassunto tutto il suo percorso di radioterapia. Solo nel caso in cui sia necessario che lei prenda dei farmaci, il medico radioterapista scriverà nella lettera di dimissione quali sono questi farmaci, quanti ne dovrà prendere, quando e per quanto tempo li dovrà prendere.
Dopo che il ciclo di radioterapia si sarà concluso, è importante che lei si sottoponga per alcuni anni a periodiche visite di controllo (follow-up) che saranno effettuate in Radioterapia dal insieme al medico radioterapista. La data della prima di queste visite sarà scritta sulla lettera di dimissione. Ad ogni visita le sarà fissato l’appuntamento per quella successiva ed eventualmente le sarà indicato quali esami dovrà fare.