Tumore alla prostata

Ricordi sempre che:
Ogni giorno ci saranno un medico o un infermiere che risponderanno alle sue domande e a cui potrà descrivere i suoi disturbi. Non si senta in imbarazzo e non pensi che sia un problema per noi rispondere ai suoi dubbi. Anzi, le chiediamo di informarci di ogni cambiamento e/o sintomo che lei avverte, in modo che possiamo dargliene spiegazione e indicarle quali accorgimenti e/o terapie adottare.

La prostata è una ghiandola presente solo negli uomini che ha il compito principale di produrre e immagazzinare il liquido seminale rilasciato durante l’eiaculazione. È situata davanti al retto, al di sotto della vescica, e avvolge l’uretra, il piccolo canale deputato al trasporto dell’urina. Presenta dimensioni ridotte ma l’invecchiamento e alcune patologie possono provocarne l’ingrossamento determinando problemi urinari anche severi.
Un ingrossamento di questa ghiandola (che in condizioni normali ha le dimensioni di una noce) non è necessariamente indice della presenza di un tumore: si può infatti avere una proliferazione fisiologica del tutto benigna e, anche in caso di presenza di cellule maligne, la crescita può essere così lenta da non costituire un pericolo. Il tumore alla prostata cresce in genere lentamente, senza diffondersi al di fuori della ghiandola. Esistono tuttavia anche forme più aggressive, nelle quali le cellule malate invadono rapidamente i tessuti circostanti e si diffondono anche ad altri organi.

Le cause di questa neoplasia non sono ancora del tutto chiare: alla base vi è una mutazione nel DNA delle cellule che causa una proliferazione anomala delle stesse, il cui accumulo forma il tumore.

I fattori che possono aumentare il rischio di tumore alla prostata sono:
  • - Età: questo tumore è più comune dopo i 65 anni.
  • - Presenza in famiglia di altri casi.
  • - Obesità.
  • - Dieta ricca di grassi saturi.

Tenere sotto controllo il peso e limitare il consumo di grassi, soprattutto di quelli saturi (carni grasse di origine animale e formaggi) costituisce la sola forma di prevenzione di questo tumore.
Esso si classifica in base a tre parametri:
  • - Grado (ovvero l’aggressività della neoplasia). Attraverso una biopsia (prelievo di una parte del tessuto tumorale) viene assegnato al tumore il grado di Gleason (un numero tra 1 e 5), in base alla similitudine tra le cellule normali e quelle tumorali: più le cellule sono simili più il grado di Gleason sarà basso.
  • - Esame del PSA (Antigene Prostatico Specifico) – Consiste in un prelievo di sangue allo scopo di verificare il livello ematico di PSA, una sostanza prodotta dalla ghiandola prostatica che serve a fluidificare il liquido seminale. Una piccola quantità di PSA circola sempre nel sangue. Livelli elevati di PSA o livelli crescenti nel tempo potrebbero indicare una prostatite, un’ipertrofia prostatica o un tumore della prostata.
  • - Stadio: che viene misurato con il sistema TNM (T=estensione del tumore; N=stato dei linfonodi; M=presenza di metastasi). L’insieme di questi tre parametri consente di classificare la neoplasia secondo 5 diverse classi di rischio.

Nella maggioranza dei casi, la diagnosi di tumore della prostata si affida agli esami di screening, poiché agli stadi iniziali questa neoplasia è in genere asintomatica, tanto che il 30% circa dei casi vengono scoperti quando la malattia si è già diffusa oltre la ghiandola.
Gli esami comprendono:
  • - Esplorazione Rettale.
  • - Biopsia con valutazione del grado di aggressività.
Indagini Strumentali
  • - Radiografia del Torace.
  • - TAC per la valutazione di eventuali metastasi linfonodali.
  • - RMN utilizzata per valutare la ghiandola prostatica.
  • - Scintigrafia ossea.
  • - PET con colina per lo studio di una eventuale recidiva e/o ripresa biochimica di malattia.
Trattamenti
La scelta del trattamento dipende da fattori come l’estensione del tumore, la sua eventuale diffusione extra-prostatica, l’età del paziente e il suo stato di salute generale. Chirurgia
È il trattamento più diffuso per il tumore prostatico. La chirurgia come unica modalità terapeutica (senza quindi prevedere altri trattamenti successivi come radioterapia, chemioterapia, ecc.) è efficace per trattare il cancro circoscritto alla ghiandola prostatica.
Radioterapia a fasci esterni
Si possono utilizzare le radiazioni per trattare quasi tutti gli stadi di cancro della prostata, con o senza chirurgia, a seconda dello stato di salute generale del paziente e della gravità del tumore.
La radioterapia a modulazione di intensità (IMRT) permette di effettuare trattamenti a dose radicale risparmiando i tessuti vicini. Altra modalità di trattamento in uso presso il nostro centro AMAcenter è la tecnica volumetrica, denominata RapidArc, che consente una maggiore rapidità e precisione.
La radioterapia viene comunemente utilizzata anche dopo l’intervento chirurgico (radioterapia post-operatoria) per trattare l’area in cui era contenuta la prostata (loggia prostatica).
Ormonoterapia
L’ormonoterapia riduce la produzione degli ormoni sessuali maschili, responsabili dell’accelerazione della crescita del tumore prostatico. Rappresenta un’opzione nei casi di cancro prostatico avanzato, da sola o in associazione con altre terapie. Questi tipi di trattamento provocano purtroppo numerosi effetti collaterali (calo del desiderio, impotenza, osteoporosi, stanchezza, ecc.).
Chemioterapia
Nei pazienti che sviluppano resistenza ad un trattamento ormonale può essere indicato un trattamento chemioterapico.
Vigile osservazione e sorveglianza attiva
La vigile osservazione – che consiste nel monitoraggio del paziente con la valutazione periodica del PSA – e la sorveglianza attiva (monitoraggio del paziente con PSA e biopsie ripetute) possono rappresentare un’opzione terapeutica in casi selezionati.

Il medico radioterapista, insieme al ginecologo, le ha spiegato qual è la sua malattia e perché è utile che lei si sottoponga ad un ciclo di radioterapia, cioè ad una serie di sedute di radioterapia.
Per preparare il ciclo di radioterapia le è stato dato un appuntamento per una TC di centratura.
- La TC di centratura viene fatta nella regione del corpo che deve essere trattata con le radiazioni e serve per preparare il piano di cura personalizzato. In alcuni casi è usato un liquido di contrasto che viene iniettato in una vena. Quando viene usato il liquido di contrasto, è necessario rimanere a digiuno prima della TC di centratura.
La TC di centratura non è un esame diagnostico, quindi non le sarà consegnato alcun referto. Sul lettino della TC lei sarà posizionata nello stesso modo in cui sarà posizionata durante le sedute di trattamento. È importante che la posizione sia sempre uguale ogni volta, perché la terapia sarà più precisa. Un apposito sistema personalizzato la aiuterà a mantenere sempre la stessa posizione. La sua collaborazione è comunque molto importante, per cui dovrà rimanere ferma e il più rilassata possibile fino a quando non le verrà detto che può muoversi.
- Al termine della TC di centratura le verranno fatti sulla pelle dei piccoli tatuaggi a forma di punto, nella zona che dovrà essere trattata. Questi tatuaggi sono permanenti e rappresenteranno importanti punti di riferimento per i tecnici che la sottoporranno al trattamento.
- Dopo la TC di centratura lei potrà andare a casa. La chiameremo telefonicamente per comunicarle quando inizierà il suo ciclo di radioterapia.
- Nel frattempo il medico radioterapista e il fisico medico prepareranno il piano di cura migliore per lei.
Attenzione: se lei è portatrice di pacemaker o defibrillatore, e se non l’ha ancora fatto, è importante che informi il medico radioterapista. In alcuni casi, infatti, è necessario programmare controlli cardiologici da fare prima e durante la terapia.

E’ importante avere l’ultima parte dell’intestino (retto) libero da feci. Avere la vescica piena.

Non è possibile dare una risposta uguale per tutte le pazienti. L’inizio del trattamento dipende dal tipo di malattia, dal suo programma terapeutico (ad esempio se è stata operata o se deve fare della chemioterapia prima della radioterapia) e dal tipo di radioterapia di cui avrà bisogno. Il medico radioterapista si assicurerà comunque che il tempo di attesa non sia tale da compromettere la buona riuscita della sua terapia.

Un ciclo di radioterapia è costituito da una serie di sedute giornaliere consecutive (dal lunedì al venerdì, festività escluse). In genere si eseguono dalle 23 alle 30 sedute, quindi la durata complessiva di un ciclo di radioterapia varia dalle 4 settimane e mezzo alle 6 settimane.
Alcune volte la terapia può essere molto più breve e completarsi in pochi giorni. La scelta del numero delle sedute è fatta dal medico radioterapista in base al tipo di malattia e allo scopo del trattamento.
La radioterapia è generalmente un trattamento ambulatoriale. Il primo giorno di terapia le sarà consegnato un promemoria dettagliato con le date e gli orari della terapia.
Sul promemoria troverà indicato il numero di telefono a cui lei ci potrà contattare per chiedere informazioni o per comunicare eventuali imprevisti.
Quando verrà per fare la terapia, lei dovrà attendere nella sala d’aspetto che le indicheremo alla prima seduta.

Ogni seduta dura pochi minuti. Complessivamente, però, lei potrebbe rimanere sul lettino di trattamento fino a 20-30 minuti, a causa dei controlli che si fanno per garantire la precisione del trattamento.

Il tecnico di radioterapia la chiamerà per nome e la inviterà ad accomodarsi nello spogliatoio che si trova all’interno della sala di trattamento (bunker).
Il tecnico la accompagnerà nel bunker e la aiuterà a sistemarsi sul lettino nella posizione stabilita. Dopo aver fatto i controlli necessari, il tecnico darà inizio al trattamento.
Durante la terapia lei sarà sola dentro alla sala ma il tecnico potrà vederla grazie alle telecamere, potrà sentire se lei chiamerà e le potrà parlare. In ogni caso lei non deve assolutamente muoversi fino a che non le sarà consentito di farlo.
Alla fine della seduta il tecnico la farà scendere dal lettino. A questo punto potrà tornare nello spogliatoio, rimettere i suoi vestiti e andare a casa.

No, lei non sentirà dolore durante la seduta di radioterapia. Sarà come fare una radiografia.

No, le radiazioni che utilizziamo non la renderanno radioattiva. Lei potrà stare a contatto con chiunque, anche donne incinte e bambini.

Gli effetti collaterali dipendono dall’effetto delle radiazioni sui tessuti sani vicini al tumore. A seconda della sua sensibilità al trattamento e della eventuale associazione con altre terapie, gli effetti collaterali possono essere più o meno forti. In alcuni casi gli effetti collaterali possono essere leggeri o possono essere del tutto assenti e non c’è bisogno di modificare le abitudini quotidiane.
Gli effetti collaterali da radioterapia includono sintomi che compaiono durante e/o subito dopo la fine del ciclo di radioterapia (effetti acuti) e sintomi che si sviluppano diversi mesi o anni dopo (effetti tardivi).
Gli effetti acuti comprendono: stanchezza, diarrea, crampi all’intestino, sensazione di gonfiore addominale, nausea, bisogno di urinare più spesso, fastidio e bruciore nell’urinare e diminuzione del numero di cellule nel sangue.
Nel trattamento dei tumori della vulva la pelle può arrossarsi e presentare lesioni simili ad una scottatura.
I possibili effetti tardivi sono: cambiamenti nelle abitudini del suo intestino e/o della sua vescica (ad es. andare in bagno più spesso), restringimento del canale vaginale, disagio durante il rapporto sessuale a causa della secchezza e della minore elasticità della vagina. Anche se, a causa degli effetti collaterali, può diminuire l’interesse sessuale o il piacere, la maggior parte delle donne è in grado di riprendere una normale vita sessuale. Nelle donne in età fertile la radioterapia sulla zona pelvica può influire sulla capacità di avere figli. Molto raramente la radioterapia può causare, a distanza di anni, l’insorgenza di un nuovo tumore.

Riguardo alla sua vita quotidiana e lavorativa non ci sono particolari regole da rispettare. Se non sente particolari fastidi lei può regolarsi come preferisce. In ogni caso può chiedere consiglio al medico radioterapista o agli infermieri.
Di seguito le riportiamo qualche suggerimento di carattere generale per affrontare al meglio il ciclo di radioterapia.

Mantenga la pelle pulita con acqua tiepida e sapone neutro. Osservi un adeguato riposo e si limiti ad un’attività fisica leggera. NON prenda il sole sulla pelle della zona trattata. NON metta creme o lozioni senza prima averne parlato con il medico radioterapista o con gli infermieri. NON faccia impacchi caldi sulla zona trattata.

Le ricordiamo che per ogni seduta di radioterapia è importante:
  • - Avere l’ultima parte dell’intestino (retto) libero da feci.
  • - Avere la vescica piena.
  • - Avere la vescica piena.
Per questo motivo qui sotto trova alcune regole che è bene osservare per poter essere nelle condizioni migliori prima della seduta.
Per avere l’ultima parte dell’intestino (retto) libero da feci:
  • - Segua un’alimentazione corretta, perché questo la aiuterà ad avere un intestino regolare. Per avere informazioni più personalizzate faccia riferimento al medico radioterapista e agli infermieri.
  • - Beva almeno 1 litro e mezzo di acqua al giorno.
  • - Cerchi di abituare l’intestino ad una certa regolarità. Ad esempio: vada in bagno subito dopo i pasti.
  • - Se necessario, usi supposte o clisteri di glicerina.
  • - NON prenda lassativi prima di averne parlato col medico radioterapista.
Per avere la vescica piena:
  • - Circa 1 ora prima della TC di centratura, urini per svuotare la vescica, poi beva mezzo litro di acqua.
  • - NON urini appena prima della seduta di radioterapia.

Alla fine del ciclo di radioterapia il medico radioterapista la visiterà per valutare quali sono stati gli effetti del trattamento. Quindi le consegnerà una relazione (lettera di dimissione) indirizzata al suo Medico Curante e al suo Oncologo di riferimento. Nella lettera di dimissione è riassunto tutto il suo percorso di radioterapia. Solo nel caso in cui sia necessario che lei prenda dei farmaci, il medico radioterapista scriverà nella lettera di dimissione quali sono questi farmaci, quanti ne dovrà prendere, quando e per quanto tempo li dovrà prendere.
Dopo che il ciclo di radioterapia si sarà concluso, è importante che lei si sottoponga per alcuni anni a periodiche visite di controllo (follow-up) che saranno effettuate in Radioterapia dal insieme al medico radioterapista. La data della prima di queste visite sarà scritta sulla lettera di dimissione. Ad ogni visita le sarà fissato l’appuntamento per quella successiva ed eventualmente le sarà indicato quali esami dovrà fare.